martedì 21 settembre 2010

Alla mia Città

Turbata dalla tua quiete
Stanca - mi rifugio nei tuoi silenzi ovattati
Jacopone mi accoglie ai piedi di San Fortunato
Nella loro grandezza - umile si sente questa vita

Parlo di me - alle tue antiche pietre
Parlo a te - dei recessi del cuore
Su questo volto i segni di un’altra notte bianca
Perciò mi sento come quella quercia solitaria
Che a terra riflette i suoi colori

A volte - confondo i solchi della tua campagna
I campi seminati a grano
Scambio i tuoi solchi con i miei
Belli e profondi nella memoria
Indelebili colori d’autunno
Cristallizzati in questa dimora

Lì porterò con me - cullandoli nel mio eremo
Deporrò quest’anima che sogna
Innalzandola al cielo
Trasformerò i suoi sogni in opere
Sopra una qualsiasi convenzione

Con umiltà e determinazione studierò come raccogliere i frutti
Così come facevo da bambina nella campagna amata
Che ancora oggi accenna i miei primi passi
Quanto fascino in quell’infanzia
Quanto respiro
Quante certezze allora
Sfuggite alla presa - oggi

Nonostante la vita  ci doni sempre quel qualcosa inatteso
A te Todi
Per avermi dato i natali
Per i miei genitori




fm

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